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Face Wall days

Oggi parliamo di cibo e di inclusione sociale e culturale, di cibo che crea e facilita le relazioni, che predispone alla conoscenza di un’altra cultura. Che bello vedere le persone mangiare e scegliere con curiosità, buttarsi e sperimentare, fermarsi ed ascoltare.

Ho avuto la fortuna di essere stata invitata a collaborare ad un bellissimo progetto: Facewall days, che si è svolto a Prato dal 17 al 19 Settembre. Tre giorni di eventi intorno alla Mostra Facewall: 100 intrecci di mondi possibili, mostra che potrete vedere fino al 15 Ottobre in un luogo che a mio parere è davvero una bella risorsa per la città di Prato: il Museo del Tessuto.

A Pan di Ramerino il compito di organizzare il catering di cibo multietnico. Wow, mi sono buttata a pesce e infatti l’esperienza è stata proprio bella.
Cibo ed etnie, un connubio troppo stimolante. Ci credo davvero quando dico che mangiare insieme e parlare di cibo abbassi le barriere, chiacchierare di pomodori con la Daria è come parlare di tofu e funghi cinesi con Xiaomei del ristorante Wang Chao che ha cucinato per una delle nostre tre serate. Il nostro primo incontro, sempre mediato dalla fantastica Alessia a fare da interprete, è finito con un abbraccio sincero ed un sacchetto contenente: mega cubo di tofu, verdure cinesi e ricetta per cucinarli che Xiaomei mi aveva appena dato.

TOFU CON VERDURE CINESI

Il tofu è un alimento tipico della cucina cinese, totalmente vegetale si ottiene dalla cagliatura del succo estratto dalla soia. E’ molto nutriente e non ha un sapore particolare ma è capace di assorbire i sapori degli alimenti con cui viene a contatto perciò la sua preparazione si accompagna spesso a spezie o verdure.
Questa ricetta, che ci ha raccontato Chen Xiao Mei del Ristorante Wang Chao, si accompagna bene con riso al vapore.

Ingredienti:

  • tofu bianco
  • cavolo cinese
  • pak choi
  • Laojiu (sostituibile con aceto balsamico) o salsa di soia

Mescolo in una padella olio di semi, laojiu o salsa di soia e aggiungo un pizzico di sale. Scaldo bene e aggiungo il tofu tagliato a dadini. Lo faccio rosolare e insaporire e aggiungo le verdure tagliate a fette abbastanza grandi e lascio cuocere per circa 8 minuti lasciando che le verdure rimangano croccanti.

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Ravioli Liu invece è un piccolo ristorante, un po’ nascosto con una piccola insegna gialla anche se è ormai conosciuto da tutti a Prato. Entrando dentro si vede subito un bel mix di clienti tra italiani e cinesi e la sua specialità sono, indovinate un po’: I tanti tipi di Ravioli che offre. Per noi, Xue Min Hong la proprietaria del ristorante, ne ha fatti ben 1.200 con vari ripieni: manzo, maiale, pesce e verdure. Ha preparato piccoli involtini primavera, verdure cinesi, riso e pollo con peperoni e di questo piatto sono riuscita ad avere la ricetta perché: “fare I ravioli per gli italiani è troppo difficile” di Xue Min Hong. Tutti pazzi per il cibo cinese e in meno di un’ora non c’era più niente da mangiare.

GONG BAO, CUBETTI DI POLLO PICCANTI

Se non avete un wok in casa questo potrebbe essere il momento giusto per procurarselo e cucinare questo tipico piatto cinese a base di pollo che ci ha raccontato Xue Min Hong di Ravioli Liu.

Ingredienti:

  • 0,3 kg di petto di pollo
  • Olio di semi
  • Cipolla, cipolline fresche, peperone (tagliati tutti a pezzettini)
  • Salsa chili, sale, mezzo dado vegetale, salsa di soia.

Tagliare il petto di pollo a cubetti (dimensioni: circa 1 cm), riscaldare l’olio nel wok (o in una padella antiaderente), aggiungere i cubetti di pollo e cuocerli fino a farli diventare dorati. Una volta cotti toglierli dal wok e tenerli da una parte.
Mettere nel wok un po’ d’olio, aggiungere un po’ di salsa chili e riscaldarla, aggiungere in ordine cipolla, cipolline fresche, peperoni e un po’ d’acqua. Un di sale e di glutammato monosodico, la salsa di soia e infine i pezzetti di pollo precedentemente preparati. Girare il tutto finché il pollo avrà ben assorbito tutti i sapori.

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Lo stesso è successo per la serata in cui Mek di Kaldi’s Kaffè, ristorantino Etiope nel centro di Prato, ha proposto I profumati piatti della sua terra tutti cucinati da lei sola: cous cous con manzo, bulgur di verdure e lenticchie rosse da mangiare con injera il pane etiope. Io ho un legame con questo paese e ogni volta che mangio injera affiorano tanti ricordi e comincio a sentire gli odori delle strade di AddisAbeba, sento musiche e canti e mi viene voglia di ballare. Mek mi ha regalato una ricetta così adesso la condivido e poi tenterò di portare questi sapori anche nella mia casa. In caso di fallimento, quando avrò voglia di ricordi potrò sempre rifugiarmi da Mek: che fortuna che adesso c’è Kaldi’s.

MESSER WOT

Stufato di lenticchie rosse all’etiope

I tre ingredienti che non sono presenti nelle nostre cucine e che dovete procurarvi per fare questa squisita ricetta sono: il berberè, miscela di spezie piccante tipica della cucina etiope, il cardamomo in polvere e il teff, cereale con il quale si fa l’injera, il pane etiope che viene anche utilizzato per portarsi il cibo alla bocca e mangiare con le mani.
Il teff non è facile da trovare in Italia perciò Mek Tessema, di Kaldi’s Kaffè (Via Settesoldi 31, Prato) ci suggerisce di sostituirlo con il sorgo.

Ingredienti:

  • 1/2 kg di lenticchie rosse
  • 1 cipolla rossa
  • olio
  • pelati 400gr
  • 1 cucchiaino abbondante di berberè
  • origano
  • timo
  • cardamomo in polvere

Taglio la cipolla a fettine e la rosolo nell’olio e, quando è ben dorata, aggiungo un filo di acqua per completare la cottura. Aggiungo il berberè insieme ai pelati e lascio cuocere per 10/15 minuti a fuoco basso.
Metto le lenticchie rosse e cuocio ancora per 10 minuti, non di più. E’ importante che la lenticchia resti un po’ durina e non diventi papposa.
Aggiungo il sale, l’origano, il timo e un pizzico di cardamomo in polvere.

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INJERA

Ingredienti:

  • 1/2 kg di farina 00
  • 1 cucchiaino di teff/sorgo
  • 1 cucchiaino di lievito madre (1/4 di lievito di birra in panetto)
  • 1 bicchiere di acqua tiepida

Sciolgo il lievito nell’acqua tiepida, aggiungo il teff, la farina, un pizzico di sale e mescolo bene per amalgamare tutti gli ingredienti. L’impasto deve restare liquido.
Lo metto in una ciotola coperto con un panno o con un coperchio e lo lascio a fermentare per 8/10 ore.
Scaldo una padella antiaderente e verso a filo il composto, come se facessi una crepes, quando cominciano a comparire le bollicine che danno la tipica consistenza spugnosa dell’enjera copro e lascio cuocere per circa 3 minuti. Non bisogna girarla, si cuoce solo da un lato. Una volta cotta, adagio l’injera su un canovaccio e la lascio freddare.
Dispongo l’injera sul piatto, metto al centro il messer wot e accanto un rotolo di injera che mi servirà per prendere la salsa e finalmente assaggiare. Melkam Megeb! Ovvero buon appettito!

Il cibo unisce e stimola quella parte di noi che ci fa essere curiosi in modo sano, che ci apre allo stupore verso un “sapore” nuovo. Offrire del cibo è un gesto semplice e importante, lo si può offrire con umiltà, con rispetto e regalità e in un semplice gesto, nello scambio gli sguardi si incontrano ed è l’inizio di una, due, tre, cento storie.

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